domenica 5 febbraio 2012

Postumi digitali

Piccola e rapida riflessione, questo vuole essere questo post.
Mettiamo che state vivendo nel 2012. Un giorno qualsiasi.
La giornata inizia con il cellulare che suona la sveglia scelta fra le mille tracce possibili. Vi alzate e aprite la smart tv al canale che streamma le news locali con i titoli che passano a cornice. Nel frattempo sfogliate sul tablet casalingo gli status su facebook dei vostri amici. Ogni tanto inviate alcuni contenuti video alla televisione per guardarli meglio e condividerlo con i familiari che fanno colazione con voi.
In bagno potete proseguire a sentire il notiziario con le casse wireless collegate al televisore di poc'anzi.
Mentre uscite aprite il cellulare per controllare eventuali appuntamenti e mail arrivate nella notte.
Durante il viaggio da casa a lavoro passate ad ascoltare il podcast della trasmissione preferita o un brano, o con le cuffie se a piedi o collegando lo smartphone all'impianto hifi dell'atto. Nel caso di necessità abilitate la lettura dei messaggi per non distrarsi dalla guida. Se siete in metro o treno passate all'ereader per finire un libro. Se volete sfogarsi accendete il tablet personale per farvi una partita. Accade raramente ma prendete appunti con un'app di quell'idea che vi era sfuggita l'altra sera al bar.
Giunti a lavoro aprite il terminale con l'ultima sessione di lavoro e l'appunto dell'idea caricata subito via cloud. I vostri progressi sono visibili in tempo reale con i vostri colleghi e dal responsabile del settore. Tenete aperto lo smartphone per sapere se ci sono novitò dai vostri amici via social network ma solo se vi arriva la notifica. Ogni tanto inviate un messaggio per far capire come state avanzando o se avete programmi per la serata.
Al ritorno a casa più o meno fate come all'andata ma controllate se vi sono arrivate richieste per prendere un aperitivo tra amici o colleghi. Nel caso deviate inserendo la destinazione condivisa dall'appuntamento. Capita anche di ricevere la lista della spesa che potete o aver messo in un evento del calendario o ricevuta via mail, nel caso potrebbe cambiare se condivisa con vostra moglie.
Arrivati a casa più o meno il rito è il medesimo della colazione in cui potete ognuno guardare le notizie importanti su un tablet e la tv vi offre il palinsesto di quello che i canali del digitale terrestre offrono.
Dopo cena o proseguite a vedere alcuni film in televisione oppure spinti dalla curiosità di un piccolo banner cercate su internet lo spettacolo di un cinema vicino casa e prendete i biglietti online mentre uscite.
Al termine del film o durante controllate commenti di altri utenti e amici e aggiungete il vostro.
Tornati a casa o verso una cert'ora andate a letto, non prima di aver messo nelle docking station tutti i device, come tanti piccoli bimbi.
Buona notte 2012

sabato 28 gennaio 2012

Almeno hai fatto qualcosa

«Dobbiamo iniziare a far passare messaggi culturali positivi. Dobbiamo dire ai nostri giovani che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo e che essere secchione è bello. Almeno hai fatto qualcosa» articolo del corriere

premessa. la positività si genera grazie all'apertura globale. non grazie a una pessima comunicazione.

primo punto. d'accordo che a 28 ci si fa qualche domanda se si è ancora a cercare di laurearsi ma bisogna vedere il piano di studi che si para di fronte allo studente e come è inserito nella vita dello stesso.

secondo punto. essere secchione è brutto da dire ma dovrebbe essere la stessa università a invogliare a studiare con temi di attualità e di ricerca spinta all'innovazione culturale.

terzo punto. se lo stato non promuove per niente le politiche giovanili e le aziende fanno orecchie da mercante all'inserimento di nuove forze e accostamenti per passare l'esperienza da parte di chi è già inserito, non dico lo stage ma proprio un praticantato vecchia maniera e corsi interni all'azienda. non si nasce imparati e nemmeno con 10 anni di esperienza sul campo senza mai esserci andati.

quarto punto. dire "almeno hai fatto qualcosa" è come dire niente. "lei cosa ha fatto? qualcosa." come reagireste a essere o quello che fa fare il colloquio o quello che fa il colloquio a domanda e risposta del genere? sembra di andare avanti a occupare il tempo con cose a caso.

quinto punto. si argomenta sempre e meticolosamente la propria affermazione in modo tale da non essere fraintesi. dall'altra parte less is more ma ricordiamo god is in detail. per cui mio caro martone, viceministro del lavoro che non troviamo noi giovani, o le spari meno cruenti e più legate ai fatti o si fa meglio a star zitti. qua la gente passa il tempo tra un annuncio e l'altro, tra un concorso e un corso di aggiornamento, tra un colloquio e un lavoro in nero, tra mille promesse e falsi dei.

il lavoro non si crea dal nulla se non ci sono i soldi.

giovedì 26 gennaio 2012

This is the time

Tutti negano e lo rimandano. Oggi è il momento di capire che bisogna andare oltre.
La vita quotidiana si scinde da quella professionale.
Da una parte la propria vita e dall'altra il lavoro.
A lavoro Windows e Mac osx per gestire computer complessi e lavori complicati. A casa, per la strada e in macchina Android e iOs per aiutare a sopravvivere alla giornata. Rimane come punto tradizionale la zona ludica o quasi per la casa.
Tre momenti della vita per capire che è diventato tutto più leggero e pratico. Nessuna necessità di ingombrare con torri e apprarecchi rumorosi la casa e le borse. Tutto è diventato silenzioso e tiepido.
Nessuna necessità di cercare strane prestazioni e postazioni.
La tecnologia diventa conviviale.
Questo è il tempo dove tutto è chiaro e alla mano.

Tutto il potere dell'universo in un minuscolo spazio vitale

Come diceva il genio di aladin della disney, tanta potenza in poco spazio.

Nel caso del genio è il rapporto tra lui e la lampada. Nel caso della vita quotidiana si tratta della tecnologia che sta diventando sempre più miniaturizzate e matura rispetto al passato.

Miniaturizzazione non è indice solo della riduzione di un hardware consolidato come il computer desktop e nemmeno del laptop. Miniaturizzazione è solo delle componenti che aiutano a sviluppare prodotti digitali di nuova concezione.

Il contesto di questa riduzione di dimensione, ma anche di prezzi, vede nuovi modi di interazione con l'oggetto. L'interprete è la nuova generazione di sistemi operativi.

Gli OS non sono più prodotti da super user per super user ma da un team di sviluppo che analizza un contesto quotidiano composito e variegato in cui è necessario funzionare istantaneamente.

Tanta potenza al servizio di tutti permette di sopravvivere alla giungla della città.


sabato 7 gennaio 2012

Alla faccia dei maya noi ci saremo ancora

Un anno fa si parlava di un mondo nel vortice della crisi, tecnologia rivoluzionaria in arrivo e numeri da capogiro. Oggi si parla ancora di tutto questo ma il contesto parte da un punto diverso.
Oggi i tablet, Android, Facebook, kinect e tv3d sono nelle case di molti come standard di vita. Togli un pezzo di questo puzzle e vedi l'ira di molti. Internet è la cornice che li contiene e le amplifica per aiutare a esprimere tutti. Senza questa base di network ogni pezzo è inutile e si tornerebbe direttamente negli anni 90.
Molti pensano che internet ci sia e basta ma bisogna ricordare che se ci lamentiamo che non ci carica le immagini o il piano dati non basti o le wifi non sono libere è colpa di come è arretrato il sistema legislativo a riguardo. Ogni quartiere o città o comune stabilisce patti con aziende per far pagare a tempo le connessioni. Non è normale questa cosa oggi.
Oggi si parla di internet come bisogno a livello di base dell'espressione democratica umana. Ogni sorta di limitazione è dittatura.
Il wifi cittadino produce onde molto gravi per la persona e di certo obbligare molti a installare una rete privata è rendere possibile che molti in futuro abbiano problemi di salute.
Le reti 4g sono ancora peggio perché i cellulari sono portati a pelle e nel lungo periodo faranno peggio anche se il periodo è inferiore rispetto al wifi.
Il piano è chiaro. Meno e libero. Meno antenne ma ben distribuite per corti raggi. Antenne libere per tutti così che non sia necessario strani abbonamenti per pagare un servizio base.
Nel primo caso permette le coperture anche là dove la connessione cellulare non sia possibile. Mettiamo a confronto una pessima ricezione in un vicolo di case o nel silos di parcheggi sotto la piazza contro una moderata connessione a internet via wifi. Nel secondo contesto è tutto garantito dai vari software e senza grossi problemi e inoltre chi fornisce per esempio il parcheggio può sapere se ci sono ancora persone all'interno per questioni di sicurezza pubblica.
Il secondo caso permetterebbe a molti di gestire molte comunicazioni ma anche di rendersi meno schiavi della casa. In italia gli internet cafè sono una minoranza che non aumenta. Chi usa il wifi vede prima di tutto la casa, poi il luogo di lavoro e studio, biblioteche poche, qualche area pubblica ma solo in estate e infine gli internet cafè. Questi ultimi non sono attrezzati per supportare chi arriva col pc, tablet e smartphone. Non sono come quei locali per LAN party. Sono ancora dei Bar che offrono la connessione wireless e niente più. Mancano quindi prese elettriche, comodi posti a sedere e molti posti a sedere. Antenne libere inoltre permette di non essere limitati negli spostamenti ma di poter tenere la connessione aperta per comunicazioni in real time come oggigiorno è norma.
In conclusione il 2012 iniziato vede solo un update dell'hardware ma i concetti vanno compresi meglio dal grande pubblico che attualmente sa solo tirare fuori i soldi senza pensare come parte dei politicanti. Internet deve essere libero da censure ma anche di libero accesso senza creare problemi inutili come il sovraffollamento delle antenne e delle parabole TV. Le persone devono comprendere meglio quanto sia cambiato in tutto il mondo e quanto l'italia sia peggio.


domenica 4 dicembre 2011

venerdì 7 ottobre 2011

Un'idea e un fine

Direi che nell'ultima settimana molto ho visto confondere a riguardo di cosa fare per un progetto e molto avrei voluto fare per renderlo completo. Iniziando proprio dall'idea stessa che avrebbe animato il progetto stesso.
Mettiamo che di siti web interattivi ne abbiamo abbastanza e non sia una soluzione nuova oggi con un team di ricerca non formato totalmente sulle nuove tecnologie. Mettiamo pure che il progetto non fosse altro che uno specchio della realtà di un macro gruppo di ricerca che ha grossi problemi di rendersi conto di quello che è una domanda ministeriale.
I beni culturali per molti versi vengono pubblicizzati come la prima risorsa del bel paese nonostante ci sia una crisi che colpisca tutto il globo. Il pensiero dell'idea progettuale dovrebbe rispondere con una soluzione valida e alternativa al momento attuale. Il momento attuale rispetto al resto del mondo è inoltre arretrato tanto da farci vergognare di cosa proporre come ricerca. Ne so più di quello che serve nonostante la richiesta, questo un motto che ormai va avanti nell'università. Voi che mi leggete abbiate paura di questo.
L'idea era proporre qualcosa che permettesse di andare oltre l'oggi, aprirsi al domani che in altri paesi si vive, e di superarli di altri 20 anni, spendendo pochissimo. Chi non vorrebbe questa soluzione con una brillante idea? Non sono narcisista nè megalomane.
Si parlava semplicemente di una piattaforma para-web con possibilità di deployment multiplo, cross platform, per distribuire contenuti in base alla domanda e al contenuto. Parole che in questi giorni facevano rishiare l'inquisizione galileiana.
Alla fine un "eppur si muove" a me è scappato, sottolineando quanto ci abbiano castrato.
Gelmini fuori!

Una nuova avventura

Inizia da oggi un mio nuovo servizio con il blog "hai 5 minuti?" in cui scrivo aiuti alla vita quotidiana digitale.
Fate ne buon uso.