direi che è problematico capire come vada la forma e l’estetica delle cose ma sono sicuro che oggigiorno ci siano troppe cose che abbiano una sostanza visibile.
tranne per alcuni casi come designer siamo spesso costretti a pensare di dare forma a pensieri che non sono tangibili. il motivo? attirare l’animo. troppo poco come motivo?
ora no mi ci dilungo ma assicuro che non esiste oggetto che attiri solo per il fatto che ci sia.
un esempio su tutti.
la comunicazione.
tutti noi possiamo comunicare con altre persone tramite la voce. quando vogliamo che raggiunga oltre la nostra soglia personale pensiamo che basti il tono maggiore.
ora come ora lasciamo da parte l’evoluzione da urla a radio per raggiungere mete abbastanza lontane.
arriviamo così al dopo telefono fisso, un oggetto che si è imposto come luogo.
ora siamo al tramonto del cellulare, un metodo di comunicare che ci permette di farlo in ogni luogo, ovviamente con il segnale raggiungibile.
leggendola in questo modo la storia della comunicazione dovrebbe terminare e invece no!
ci siamo dimenticati dei filoni non verbali ma scritti.
scripta manent, verba volant!
rapidamente, i segni, la scrittura e la pergamena, non dimenticandoci la scultura e i manoscritti.
il metodo era passato da comunicazioni istantanee a memorie di comunicazione.
in questo modo si è andato a perfezionare il modo per far diventare immortali delle comunicazioni.
la stampa poi ci misi la maggiore diffusione di tutto per tutti.
a un certo punto c’è la svolta: il telegrafo. un oggetto che permetteva di avere per scritto le parole in tempo reale o quasi a lunga distanza.
il passo successivo divenne internet: un metodo per avere testi diffusi più della stampa.
se la storia fosse solo questa sarebbe una noia mortale perchè tutto quello che ne uscirebbe sarebbe solo testo e parlare attraverso una scatola nera.
l’estitca viene a essere sempre cruciale nella comunicazione.
mettiamo nel parlare: una persona per strada che parla a alta voce non stimola l’interesse della gente ma un comizio con alcuni giorni di pubblicità sì, tutto grazie a una migliore presentazione dello stesso argomento.
mettiamo la vittoria del telefono sul telegrafo: tra dover decodificare una serie di simboli e sentire quello che viene scritto, come dire, è tutta un’altra cosa. mettiamoci anche l’installazione del telegrafo e del telefono e ognuno si faccia un’idea per rispondersi.
infine internet: vince spesso il sito che stimoli l’uso grazie al maggior uso di grafica e plugin per una migliore interfaccia e reattività. non è solo questione di ergonomia ma di appeal, tasti accattivanti e affini.
per ultimo il cellulare: il tacs era affascinante per la sua epoca ma oggi chi vorrebbe usare un oggetto ingombrante della motorola? marchi, forme e funzioni, molteplici e inutili molto spesso, queste sono le cose che ci condizionano. altrimenti basta un oggetto che vagamente ricordi la cornetta.
quindi non è questione di gusti ma di spinte multiple di un’evoluzione sfrenata dell’estetica di un consumo condizionato. non è per dire che è male ma solo che non vince la tecnica ma come viene venduta.
il tacs era e può essere ancora usato come telefono, non avrebbe problemi, ma l’iphone con la grande spinta mediatica e con l’effeto wow che ci mette non riesce a fare a meno di far dimenticare il problema primario di comunicare qualcosa verbalmente!
un giorno andrete a comprare qualcosa ma vi dimenticherete a cosa servisse di preciso.
1 commento:
Il problema è che pochi designer fanno DESIGN.
Come insegna Bruno Munari:"Il design produce per tempi lunghi, al contrario dello styling che produce per tempi brevi, poiché inserisce nel progetto l'elemento MODA, creando U.S.A. Jet" ;)
Oggi il confine tra designer, artista e stylist è molto labile. Viviamo però in una società in cui l'estetica e l'immagine sono indispensabili. Quindi è tutto pilotato... o semplicemente tutto si adegua a ciò che la massa desidera!? Allora ben venga il design estetico e poco funzionale, in cui lo stile del designer si riconosce a prima vista.
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Anche se il vero designer non dovrebbe avere uno stile personale, ma dare lo stile a una produzione, inventando degli stili a seconda di quello che si deve comunicare.
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