sabato 27 novembre 2010

Un viaggio da cani

Viaggiare con i propri compagni animali é al pari dei problemi senza.
Viaggiare sui treni regionali e su quelli"veloci" ha sempre difficoltà se si é più grandi della propria persona o si é accompagnati. La causa semra essere il fatto che i treni non sembrano pensati per chi effettivamente usufruisce del servizio ma di un ipotetico cadavere umano da stipare insieme al sacchetto dei reperti ritrovati insieme.
Lo studio legato al trasporto vede come priorità il confort durante la marcia ma dimentica molto spesso come ci si giunge al proprio posto e come viene inserito nel sistema del macro servizio.
Il trasporto ferroviario dovrebbe essere un servizio pubblico, o privato al più dell'assenza del pubblico, che aiuti lo spostamento sulla strada ferrata, che prevede diverse fermate in base a punti cruciali legati a nuclei cittadini, di animali, cose e persone.
Una definizione del genere attualmente in italia sembra praticata solo al 5% riflettendo sui continui disagi che non portano a una fruizione senza stress. Sono continui gli esempi sullo stato dell'arte delle aziende che sviluppano vagoni nel bel paese ma che nessuno é adoperato nello stesso o che quei pochi vengano cambiati per far spazio a sistemi aggiornati.
Per quanto riguarda i nostri compagni animali la situazione é pessima. Dati dei decreti non sempre decenti sulle responsabilità dei padroni enon nei loro confronti si creano delle legislazioni nel trasporto ferroviario al pari del razzismo durante il terzo reich. Si possono solo trasportare se si va nell'ultima carrozza, con documenti, se di taglia piccola, se dichiarato non pericoloso, pagando metà biglietto e senza il posto dove tenerlo. Oltretutto si applica solo ai cani. Come se trasportare un drago di komodo preveda un biglietto a tariffa speciale e jacuzzi.
Già non ci sono i posti per le persone sui treni e vengono fatti pagare anche quelli in piedi nei corridoi. Già non ci sono posti per le valigie grosse come furgoni da trasloco. Già non ci sono rimborsi per i disservizi e i disagi che quotidianamente il sistema crea. Ma che per non far "sedere" il cane devo pagare non ha proprio senso.
Come designer e come persona, non come persona e amministratore delegato di un disservizio che si paga oro, mi accorgo che il treno non é a forma di uomo. Un servizio più anziano del trasporto su gomma vede la sua evoluzione d'uso, ma non di sviluppo tecnico teorico, in stallo se non anche in declino. L'ergonomia sacrificata all'insegna dell'aumento dei posti, l'esperienza del viaggio legata alla sensazione del disagio e l'impraticità di poter traportare altro o altri insieme rendono un quadro chiaro sulla situazione che potrebbe essere l'analisi utile per nuovi prodotti.
Oggi ho preso il treno e continuo a guardare in che anno sono per ricordarmi che non é una deformazione dello spazio-tempp verso una dimensione dove l'utente é ignoto al progettista.

martedì 23 novembre 2010

Gli strumenti del futuro

La domanda da porsi prima di una ricerca che sviluppa tecnologia per una progettazione più automatizzata e industrializzata di edifici é da ricercare sia nell'offerta della cultura informativa attuale che nelle necessità delle aziende nel porsi in feroce competizione. Inoltre é molto interessante notare che molti progetti al giorno d'oggi hanno step obbligatori in tempistiche ridotte. Da questi spunti la ricerca aiuta a comprendere una vastità di opportunità come anche il miglior medium per giungere là dove nessuno era mai giunto nel minor tempo possibile. Pensare allo sviluppo delle grafiche prima dell'uso dei vettori o prima dell'uso del computer stesso: tempi biblici per fare molti tentativi e anche per a generazione di diversi formati di stampa. Ora anche nella progettazione, sia industriale che architettonica, molti punti che fanno perdere tempo sono quelli che in realtà nel Bim e nel Plm sono automatizzati: l'integrazione fra dati, rappresentazione e oggetti/edifici. Così viene anche da dire che é i,portante conoscere il metodo e ottenerlo riducendo la filiera di software, strumenti e hardware tra l'idea e l'oggetto. Nel campo del design, ma anche dell'architettura, lo schiavismo da strumenti chiusi e indisposti a fare il loro dovere é sempre in agguato. I risultati si vedono e si percepiscono. Bisogna anche ricordare che oltre al digitale biosgna passare dal reale e fortunatamente esistono sistemi che si integrano e possono offrire l'uscita e l'ingresso dal mondo informatico, scanner e stampanti 3d.
In conclusione oggi é necessario conoscere. Rimanere indietro é un modo per bloccare tutti rischiando di peggiorare il futuro. Spero che ci si smuova.

Il motto dell'osservatore di testi

Non é problematico leggere tra le righe ma vedere lo spazio che le rende differenti e uniche.

Revit é più apple di archicad

Nel mondo quello che si aspetta dal futuro é tanto complesso ma non tutto prevedibile.
Aspettare non porta a innovazione se si conosce il risultato.
Vedere oltre il proprio naso fa conoscere gli altri ma soprattutto ci fa confrontare con altre idee.
Una prospettiva meno grandangolare rende più oggettivo l'obiettivo e vi aiuta a comprendere le opinioni.
Nel caso del Bim in studio é stato utile studiare senza confronti archicad poiché due anni fa era il leader per la sua semplicità di uso e interfaccia. Fortunatamente il mutamento continuo, le criticità e la concorrenza fanno il loro dovere in un ambiente stantio come quello del cad architettonico. Tutti sanno come lucidare su autocad ma nessuno sa applicare teorie legate al progetto e non allo strumento.
Oggi revit ha superato la barriera della prima utenza e dei problemi tecnici.
Nonostante archicad rifletta il motto userfriendly di apple si é fossilizzato su un sistema sempre uguale a se stesso da 20 anni senza grosse novità per chi lavora come utente e operatore.
Uscire dal bozzolo e pensare in maniera più parametrica e meno programmatizzato é un pensiero che si vede in revit dove gli oggetti non passano mai da un'interfaccia tipo visual studio ma attraverso un sistema di disegno.

sabato 18 settembre 2010

ecco come va il kindle e come si può andare avanti a leggere meglio

neanche un giorno d'uso ma l'ho usato in tutte le sue sezioni, confrontando quelle che sono le caratteristiche che compaiono su amazon.
prima di tutto leggere è davvero un piacere. come un libro e senza riflessi ambigui!
alcuni dei libri che avevo sul mio Kindle per PC sono comparsi automaticamente appena finita la registrazione e erano alla stessa pagina che avevo lasciato aperto e con tanto di segnalibri.meglio di quello che ci si aspetta è comodo da portare in bus e da tenere con una mano sola, sempre sullo stesso bus.
parlando d'altro ci sono opzioni interessanti presenti che pochi hanno presente.
la prima è l'uso del kindle come memoria di massa, equivalente a un pendrive da 4 gb. nel mentre che è collegato al pc è possibile caricare i file che non si acquistano da amazon, anche se ci sono quelli a $ 0.00 di prezzo(i classici ma in lingua inglese e qualche ricerca). il fatto permette anche il caricamento di file differenti da quelli per kindle come per esempio pdf, doc, docx, epub e txt.
i pdf risultano piacevoli ma il consiglio è prima di salvarli o di aggiustarli con acrobat pro in modo tale che diventino più leggeri visto che hanno molte immagini.
il test a riguardo è stato un pdf puro di immagini contro uno generato da illustrator. il secondo è stato disastroso portando al reset del kindle stesso onde evitare impallamenti oltre i 5 minuti che mi sono passati davanti.
altra chicca presente è la possibilità di leggere riviste e quotidiani. amazon divide fortunatamente la scelta in nazioni e lingue per cui è presente l'italia ma solo con La Stampa.
l'esperienza di leggere un giornale in dimensioni contenute è estremamente godibile, evitando intralci nella lettura con formati scomodi e foto esagerate. gli articoli sono gli stessi ma non ci sono le pubblicità, la guida tv, l'oroscopo e altre segate varie che non rendono il giornale una fonte di notizie.
molto utile la possibilità di salvare gli articoli (clippandoli) che vengono poi raccolti nell'apposita sezione nella home del kindle.
ultima ma non ultima la possiblità di andare su internet e ascoltare gli mp3. la seconda non è utilissima vista la poca memoria a differenza del PMP, personal media player, presenti sul mercato ma la prima fa gola.
già leggere i giornali, le riviste, i libri, i pdf e gli altri formati sembra già fantascienza con la qualità e la chiarezza di questo dispositivo ma andare su internet è ancora più emozionante.
per esempio basti pensare a siti di notizie e leggerli come i giornali!
un confronto di una pagina del CittàdellaSpezia.it tra un monitor led fullhd da 16,4" e il kindle. risultato? posso essere sul divano senza i quasi 2,8 kg di pc e calore che sviluppa! oppure sul terrazzo o al bar o in biblioteca!
l'ultima caratteristica impossibile da far vedere con foto è il Text-to-Speech.
in altre parole i libri, ovviamente non quelli in pdf, sono principalmente testi e ,se in inglese e ben tabulati, vengono letti da una voce sintetica. l'effetto è quello di avere la voce dei documentari del national geographic nel palmo della mano. la voce può essere maschile o femminile e può andare più o meno veloce nella lettura. l'effetto che ne esce è la pagina che si sfoglia da sola o il kindle in tasca e  le cuffie.
da questo acquisto ne esco soddisfatto anche perchè l'ipad è bello ma enorme e poi leggere gli ebook sul cellulare ammazza la vista e la batteria.
da designer e specialmente designer di user experience penso che ci sia modo e modo di leggere e questo non ammazzerà di certo le librerie e i libri fisicamente. infatti anche se li ho in digitale ho anche di alcuni la copia fisica (come gli Ulisse di Joyce che uno è comodo per casa, quello fisico, e l'altro per strada, quello su kindle).
spero solo che in molti prendano questo device invece di quelli venduti nei negozi in italia!

venerdì 17 settembre 2010

Kindle vs. ipad NEW ad 2010

ecco in mani italiane il Kindle 3 di amazon!

e così alla fine è arrivato. la mail di amazon non sbaglia mai! delivery date 17/09 ( 5 giorni tra ordine e invio) e col cavolo che la sbagliano!
primo round con il kindle è arrivato finalmente per la mia pacchia da dottorando assetato di libri per la tesi ma anche per alcuni testi per android e per D&D.
il risultato è una scatolina al modico prezzo euroconvertito di 100 rispetto alla clamorosa cifra di un iriver da 399.
ci mettiamo la spesa? 161 dogana inclusa!
a parte la sezione veniale veniamo al pacco!
direi che è più leggero del recente acquisto della polaroid pogo, che consiglio caldamente ma è più voluminoso.
intorno alla confezione compare un logo molto interessante per tutti gli studiosi di packaging.
quello che ha scritto sopra è legge!
FRUSTRATION FREE PACKAGING
e questo sembra garantire molto di più rispetto a un ipod che lascia con la bocca aperta che chiede poi da che parte cominciare.
quindi apertura a strappo come se fosse un pacco di merendine e siamo pronti per partire all'esplorazione di un contenuto pari alla media dei dispositivi ad alto contenuto di tecnologia per il personal media.

personalmente ormai a furia di vedere unboxing vari non mi stupisce, l'avevo visto e quindi subito il dispositivo, incelofanato ma non in modo esagerato che ha subito delle istruzioni che a prima vista sembrano su una pellicola protettiva ma in realtà è una immagine dello schermo(e-ink).
tolto pellicole e dispositivo compare la guida rapida, che serve giusto per fugare i dubbi da principianti del device che in realtà è alla terza generazione!
la guida non è più di una decina di pagine piegate a fisarmonica. ciò non deve allarmare! la vera guida è dentro il kindle!
infatti dentro ci troveremo il minimo sindacale per il primo tour per intendere come funziona.
e alla fine della confezione il cavo mini USB e l'adattatore per la presa elettrica che a furor di popolo dirò che nonostante l'ordine specifico per l'italia è: AMERICANA! che pacco! però non ci si deve allarmare! ormai siamo sommersi da questi in versione europea-italiana. quindi basta la prima che passa il convento e via che si parte!

concludo il primo tour con il confronto con altri oggetti più comuni per capire la dimensione.

alla prossima!


lunedì 6 settembre 2010

entrare nel mercato

come sostenuto nell'articolo in jump è necessario riflettere sul "early" e sul "lately" del winpho7 come di ogni altro prodotto nuovo che deve penetrare una vasta fetta del mercato, vista la sua aspettativa.
sorge istantaneo dire quello che si riporta di blog in blog, ossia che molti non lascerebbero il proprio sistema operativo per smartphone per uno diverso, pensare a quelli che hanno iphone e android che in realtà hanno la loro interscambiabilità sotto il profilo di GUI.
in aggiunta bisogna riflettere che molti non sono ancora entrati nella vera era dello smartphone o dell'oggetto che risolve la vita come il dispositivo di star trek che permetteva sia la difesa personale che il teletrasporto.
in un mercato dove sembra che per entrare si debba investire molto si vedono le seguenti faccende da svolgere:

  • mettere qualcosa di noto. l'essere noto non vuol dire copiare ma qualcosa che è assunto come operazione standard. nel caso della diatriba dei cellulari è noto che serve un comando per uscire: iphone ha solo quello in realtà ma winpho7 e android si basano su un tasto "back" e uno "home" così da differenziare il percorso.
  • offrire una prestazione painless. ormai essere user friendly non è più la prerogativa per alcuni device e alcuni oggetti, basti pensare all'ikea e ai suoi manuali che riprendono quelli dei giochi lego.
  • essere utili senza delay. se si pensa a uno smartphone ormai si pensa anche al suo gps. google batte molti su questo pensando a una applicazione maps che funziona anche senza la copertura gps che richiede tempo e batteria. google maps esiste non solo per android ma per tutti i dispositivi cellulari presenti sul mercato garantendo orientamento ai poveri disgraziati che cercano di andare da lì a là con la fretta che li assilla.
  • cloud. questa parola sa tutto e niente di quello che succede dietro. come una bustina di tè sa della storia della compagnia delle indie (cit. guida galattica per autostoppisti). oggi essere nella nuvola permette di avere le proprie cose indipendentemente da quello che si adopera. avere le foto su flickr permette di non portarsi dietro l'album da casa e avere i documenti su google docs permette di modifcarli da qualcunque parte del mondo dove esiste uno schermo e un qualcosa per scrivere.
questo è incredibile ma vero.
ogni oggetto con cui interagiamo che sia collegabile ha queste funzioni. pensate a un tavolino di un'azienda qualunque che si propone su internet. se riuscisse a offrivelo dimostrandovi in un video come si monta con un cacciavite o una brugola e poi per inviarlo a casa ci volesse solo un click e vi tenesse aggiornati su come adoperarlo o potenziarlo e poi alla fine dismetterlo e cambiarlo....quanto è diverso da prendere un cellulare?
ormai anche nel campo di tutti gli altri prodotti esiste questo senso di mercato intelligente e aperto che sembri offrire il prodotto giusto con tutte le sue opzioni che lo rendano vostro senza sconvolgere l'esistenza e le conoscenze minime.
siamo dummies e siamo anche trattati come tali nel mercato.

domenica 5 settembre 2010

venerdì 27 agosto 2010

Complessità e tecnologia

Molto spesso viene a essere interessante cosa sia al giorno d'oggi la possibilità di fare qualcosa. Il qualcosa che prima si faceva a mano e oggi qualcosa lo fa per noi. Semplificazione di operazioni complesse messe in atto da un comando semplice che mette in moto qualcosa di altrettanto complesso, se non anche di più.
La funzione che si chiede ogni giorno ai nuovi prodotti è saper fare. Il fare che ci rendeva uomini ora è legato a quello per creare questi nuovi strumenti di intermediazione tra il nostro io e il mondo.
L'uomo diventa cervello collegato a leve e pulsanti del fare.
La tecnologia diventa il mezzo tra il pulsante e il mondo.
La complessità rimane tra l'idea del fare descritto dall'uomo e la funzione del fare descritta nella tecnologia usata.

martedì 6 luglio 2010

Paternità

L'elevazione da disegnatore a progettista si ha con la consapevolezza del progetto e delle sue implicazioni. Progettare implica usare strumenti di progettazione e non di disegno.
Usare un blocco di creta per estrarne una forma é tipicamente un pensiero romantico del progetto ma ha valenze di coscienza nella sua tridimensionalità e dei rapporti con la realtà. Usare sculture di polistirolo su modelli di cartone dei meccanismi interni é portare quel concetto dal suo idealismo a una realtà industriale e funzionale.
Bisogna quindi ricordare che ogni medium é valido per ottenere il risultato industriale. L'importante é dominare quel mezzo per non causare difetto fra idea e oggetto.
Poi come ogni designer il progetto sembra sempre un figlio monco ma con tanto affetto.

lunedì 5 luglio 2010

Medium

Da ogni strumento si impara a conoscerne i limiti per tirare fuori quello che vogliamo esprimere.
Fuori da ogni dubbio risalta la distanza che pone lo strumento rispetto l'idea e la realtà. Più lo strumento non deprime durante l'uso il proprio utente più questo troverà facile tirare fuori la creazione.
Più uno strumento é medium e allo stesso tempo coscienza del mestiere e più ci sarà una espressione corretta di quanto si vuol fare.
Mettiamo una matita contro un tecnigrafo.
Il lapis permette ogni sorta di rappresentazione ma solo col tecnigrafo si arriva a una vera precisione.
Nel mondo digitale un blocco note contro indesign o un editor di html é come dire che se sai tutto puoi scriverlo come codice di sana pianta; ma se lo strumento é per la carta ci sono programmi come indesign che ci aiutano in ogni scelta e allo stesso modo sappiamo che se deve essere per il web non dovrei usare quello per la carta.
Il tutto gira intorno a quello che é una vasta scelta che ci avvicina al mestiere e non ci rovina.

martedì 18 maggio 2010

Prospettive da creativity day – giorno primo


Ecco il primo giro di boa della due giorni più intensa di corsi specialistici offerti negli ultimi mesi in italia.

Dovendo scegliere ho trascorso il tempo nei seminari che trattavano o di programmazione per web o per device di nuova generazione. Il tutto condito dalla rapida incursione nel contest delle magliette.

Da quello che è sembrato è che molti hanno rinunciato a esserci in questo primo giorno e quindi le sale non pullulavano alla stregua della premiere italiana di adobe che si è tenuta a inizio mese, con risultato di sale mezze piene e molti posti da poter scegliere.

Dalla parte quindi di questa scelta della programmazione invece della parte creativa ha fruttato un po' di opinioni sui prossimi mesi.

La prima sessione riguardava le prospettive offerte da microsoft in alternativa all'uso di flash come supporto di contenuti digitali per intrattenimento e affini sia per web che per smartphone che per xbox. Questa prospettiva quasi rosea la metterei in nero perchè di telefoni con il tanto atteso sistema zuniano di redmond non c'è neanche l'ombra, alla faccia degli sviluppi degli android a discapito di iphone e rim.

La parte rosea rimasta di questa tecnologia è un accorgimento per la maggiore pulizia rispetto alle prime versioni, ricordando che ora siamo alla release 4 in meno di 3 anni. Da una parte si è complicato nello sviluppo del sistema che offre ma si è migliorato per i supporti che offre per lo sviluppo.

In questo momento ci si trova come per adobe con due tools: uno per designer e uno per developer.

Piano piano ha finalmente preso piede l'expression studio, cosa che doveva far morire publisher e invece si è cercato una sua nicchia molto folta. Risultato è un piccolo visualstudio per neofiti o per pigri, come flash catalyst è per flash professional e flex. Ne risulta un programma più intuitivo con tools come l'ambiente di sketching, simile al pensiero di fireworks per dreamweaver, con l'aggiunta della possibilità di interagire con una prima mole di dati.

Tutto questo spalmato su due sessioni.

Al pomeriggio ci sarebbero dovute essere due sessioni riguardanti il marketing ma a causa di problemi tecnici, soventi per acrobat connect, una è saltata.

L'ultima sessione rimasta di marketing ha svelato un po' di pensiero laterale a riguardo del comportamento da avere nello sviluppo del progetto di marketing virale e di come certe operazioni non riescano del tutto a salvare la faccia. Molto interessante è stato l'apostrofo sull'uso dei media in italia a differenza degli usa e sui risultati negli acquisti.

Il risultato poi del contest è stato a favore, a cui sono molto d'accordo, di una maglietta che accusava il poco temo che ci era stato dato (15 minuti) per la produzione dell'illustrazione. La scritta intorno a una clessidra recitava “designer needs time”.

A conclusione della giornata una sessione di tips and tricks della nuova cs5 per indesign e flash catalyst alla faccia dei programmatori che si sbattono per risultati sbalorditivi.

Poi guardiamo domani come un as3 va in 3d in 6 ore di corso full immersion.

lunedì 3 maggio 2010

vespisti :)

News dal passato

Ci vuole poco per capire quanto é più facile usare i dispositivi elettronici oggi di quanto non lo fosse trent'anni fa.
Ci sono cose che pochi penserebbero umanamente credibili come il solo pensare di avere 256 colori e dei tasti funzione. Non dimentichiamoci di chi doveva riavvolgere i nastri con le matite per poter caricare il programma sul commodore.
L'era informatica attuale non pensa neanche più di avere con sé i dati ma di sapere solo come raggiungerli. Ora é semplice collegarsi a differenza di quando ci si provava col 14kbs.
Oggi si pensa che l'interfaccia debba dire tante cose ma una volta la schermata azzurra era la più invitante rispetto a una nera.
Un pò tanto é cambiato ma le aspettative rimangono sempre tante e sembrano costanti.
Essere stupiti, aggiornati e rallentati dal cambiamento sono la normalità per l'utenza media. L'elitè di chi tiene il passo condiziona e invecchia come un parlamento di nobili eterni. Si cambia solo per migliorare quel poco di marcio che dà fastidio e non quello che non funziona.
Perché quattro tasti o tre per un comando che una mano non riesce a usare bene il contorsionismo sulla tastiera? Perché ridurre e sovrapporre i tasti? Perché nascondere alla vista i tasti?
Sono quesiti poco insolubili, come l'aspirina nell'acqua depurata.

venerdì 30 aprile 2010

Un lampo contro l'albero di mele

Adobe ormai é molto chiara sul futuro. Trovare altre conclusione sarà particolarmente difficile.
Dopo gli eventi degli ultimi due mesi il mondo dell'editoria digitale e dell'entertain sono ad una svolta che cambierà la vita.
Una dichiarazione detta da un guru alla premiere italiana é stata:"questa é la prima e l'ultima volta che sviluppiamo un template per iphone os su piattaforma flash. Il futuro é android."
L'affermazione va letta nel contesto e nelle implicazioni future.
Il w3c é ancora a litigare sul giusto sviluppo dell'html5 per il supporto a video.
La dimostrazione risiede in siti di beta test come youtube html5 version che non é per niente rapido a caricare o a mantenere un buon streaming di dati, data l'aggiuta delle pubblicità e del collegamento con itunes.
Incredibilmente tutto questo non é ancora totalmente fruibile da parte dei veri end-user. Loro non sono integrati con questo sistema favorendo flash perché la diffusione delle nuove versioni dei browser compatibili non é spinta a una installazione automatica come anche a degli aggiornamenti.
La questione quindi stimola il trend attuale del supporto a flash e alla sua diffusione insieme a altri sistemi come il silverlight e l'onnipresente javascript. Ne risulta che il non supporto a queste tecnologie a oggetti di punta della gadgettistica elettronica e informatica provochi diaparità e un handicap.
Adobe dal canto suo é una delle software house più influenti a cui segue google, sia come sviluppatori che come tecnologie, entrambi secondi solo a microsoft.
Il futuro sembra incerto ma la sensazione sarà un grosso cambiamento e una svolta nella storia digitale. I tablet stanno per entrare nella storia dell'era digitale 3.0 con apple che si pone di prepotenza in prima fila, cercando di replicare il suo primo successo del primo Mac dando a tutti la possibilità di avere un dispositivo tecnologicamente avanzato e più diretto nell'uso.
Chissà che sarà alla fine.

questione di marketing o la mela verrà mangiata dall'androide?

a commento del seguente articolo come di altri che esprimono un'intervista di steve jobs successiva al lancio di ipad e iphone os 4


alua qua non si dice quello che adobe mi hanno raccontato a milano.
di per sè apple ha una parte di ragione: flash è pesante e non c'è una vera eccellenza nelle applicazioni create. il risultato per quel verso sono cose ostiche come la pesantezza di farmville o petsociety per dire.
ma adobe ha potere: ha uno dei principali e più sviluppati platform di sviluppo per applicazioni web e non. è secondo solo a eclipse e visual studio messi insieme.
mettiamo anche che le piattaforme java, ecmescript, c# e ruby hanno imparato molto dal successo di flash e dalla sua flessibilità d'uso.
qualcuno deve spiegare a jobs che flash è disponibile sul 70% dei dispositivi che sono windows e linux, alla facciazza del suo mac. questo ricorda anche che se non sono pc i dispositivi mobili sono blackberry,android,symbian e winmo. in aggiunta ora google che sta diventando il terzo incomodo nella storica lotta ha portato una rivoluzione con i sistemi che porta sia con android che con la portabilità di flash: questo non è legato a una questione economica, lo sviluppo del browser di android è opensource e adobe non ci ha messo mano.
in aggiunta per sviluppare app per android non ci sono limiti di piattaforma di partenza( si potrebbe programmare una app android anche direttamente sul dispositivo) a differenza di una per iphone os.
a conferma di questo trend è l'attuale diffusione mondiale del sistema operativo di google a differenza di quello apple: una disparità che andrà a affermarsi fra qualche giorno anche in europa!
quindi se tutto questo prevedere e rischiare di jobs ha portato a cazziare adobe, loro costola da una vita(sono passati 20 anni dalla prima versione di photoshop che era solo per mac), viene da chiedersi: quanto è diventato probabile che inizieranno a esserci voci a una CS6 Windows only? io lo sento spesso ma potrebbe anche esserci il figliol prodigo steve che torna a rivedere i propri discorsi per far entrare flash su ipad.
questo lo posso anche pensare: jobs dice no a flash per aumentare l'interesse su iphone 4g e ipad, adobe si infuria e minaccia, nessuno dall'altro canto dice niente, passano un paio di mesi dopo il rilascio mondiale di ipad e poi di iphone e poi magia! flash su dispositivi apple come se nessuno ne avesse sentite di litigate...intanto aumentano le vendite.
il rischio?
il trend di android! molti si rifugiano alla faccia della crisi e della portabilità. oggi aumentano i dispositivi che hanno questo invece di qualcosa fatto in casa come fino a qualche mese fa.
samsung, htc, lg, motorola, alcatel e altri cel'hanno e portano prezzi fra 100 e 700 euro. questo è andare contro i 400-800 euro di iphone con poi da dover investire altri soldi per le app a pagamento! android ha il 60% delle app gratuite e poi col supporto a flash dispone di un 80% di compatibilità con "app" disponibili sul web senza dover caricare sul telefono stesso.


in conclusione: è una manovra di marketing che rischia di far allontanare tutti dal prodotto data la novità e la non-lungimiranza-jobsiana che gli altri hanno a differenza di apple.
ricorda molto il periodo nero di apple quando gates vinse per diffusione con windows e i suoi mouse.
ci ricordiamo alla fine una cosa: jobs e i suoi sono umani! non possono prevedere il futuro o cosa la gente voglia. devono smetterla di prenderci in giro come hanno fatto queste ultime settimane! di peggio c'è solo la politica italiana!

mercoledì 28 aprile 2010

Second lesson

Siamo ormai al secondo giro di boa. Le lezioni sul 3d hanno preso una piega abbastanza ludica e pratica.
Nella lezione di domani finalmente ci saranno le basi per la composizione di oggetti. Partendo dalle primitive fino al polymodelling.
Per far tenere il passo sarà abbastanza diluito per far stare tutto in parole chiare e abbondantemente semplici.
Mi raccomando....qualità pixar!

giovedì 22 aprile 2010

3d

Oggi sarà molto divertente.
La prima infarinatura sul 3d per il render e l'animazione.
Di quello che ho subito io non c'é più traccia ma si sente nell'aria cosa non é stato: inutile.
Anche una lezione in cui non c'é la ressa come a fisica si riesce a avere un'impressione del livello che si deve apprendere.
La lezione era frontale. Aprire il libro e poi lamentarsi che é un corso post pranzo senza obbligo di frequenza. Esercitazioni a livello primordiale quando 3ds é sconosciuto a differenza di maya e su youtube nessuno caricava così tanti video.
Qualcosa é cambiato. Anzi. Evoluto.
Oggi il 3d lo adoperano anche là dove basterebbe un buon attore o un buon fotografo. Oggi ci sono molti altri software. Oggi autodesk ha tutti i principali programmi sotto lo stesso tetto. Oggi un pc regge una grafica pari a quella del cinema in tempi abbastanza ragionevoli.
E il limite?

domenica 18 aprile 2010

On the road to the future present

É molto particolare il momento in cui si verificano diversi eventi e le loro conseguenze.
Adobe ha presentato la nuova linea di prodotti con una serie incredibile di migliorie. Partendo da photoshop si nota come il passaggio al x64 sia d'obbligo e necessario per poter assaporare i cambiamenti e le modifiche adoperabili sui prodotti di grafica.
Terrorizzante e emozionate il content-aware. Un sistema che riconosce uno sfondo e un oggetto, permettendo di eliminare o di staccare in maniera più rapida figure rispetto un panorama.
Potente e semplice la prospettiva. Ora come sui programmi di tipo raster illustrator permette una migliore gestione del 3d per la creazione di effetti di profondità.
Non dimentichiamo che ci sono state altre presentazioni e eventi in corso.
Autodesk con un mese di anticipo e senza particolari leakage ha tirato fuori la linea del prossimo anno.
La parte eccezionale vede un aumento della capacità di anteprima dei progetti e dei render, eliminando tempi di correzione tramite render intermedi.
Esistono novità secondarie in questo periodo.
É in rapida ascesa un freeware che cerca di fare le scarpe a mudbox e zbrush. Il suo nome é sculptris e sta facendo girare la testa a tutto il mondo degli scultori digitali grazie alla sua intuitività ma soprattutto pe la sua leggerezza sia di uso che di esercizio. Si basa sul miglioramento del modello là dove si sta lavorando e non dover aumentare il dettaglio totale. Risultato? Meno di due mega di programma portable!
La questione é ancora in divenire sul fronte software. Don't warry!

mercoledì 3 marzo 2010

Rigging

Piccolo tutorial sul rigging in 3ds o altro programma.

Tanto per iniziare vi spiego a cosa serve il rigging.

Avete presente le marionette o i pupi coi loro fili attaccati ai burattinai? Ecco quello é il mestiere del rigging. Un mediatore fra l'oggetto da animare e il burattinaio.

Tenendo presente tale affermazione dovete iniziare a riflettere alle vostre articolazioni e alle vostre dipendenze tra falangi e ossa.

Una riflessione del genere permette di comprendere maggiormente chi viene prima e chi controlla o dipende dall'altro.

Altro fattore importante é togliere dai vostri pensieri che tale espediente serva esclusivamente per dare vita a umanoidi o animali o chimere per varie animazioni o effetti speciali.

Sbagliatissimo!

Il rigging si può effettuare anche per spiegare progetti complessi. Il funzionamento di un ombrello per esempio si può simulare nelle sue articolazioni meccaniche. Anche l'apertura di una porta.

Con il rigging vengono necessari degli utensili ormai ignoti: piccoli appunti. É sempre bene mettere in ordine, specialmente prima di sperimentare, tutto quello che deve essere fatto.

Con questo per ora chiudo.

giovedì 18 febbraio 2010

Il day-after di domani

In riflessione sui propositi del nuovo anno, nuovo decennio, nuovo e vicino avvenire. La questione verte non solo sul quanto sembri futuro ma quanto di futuro arriverà fra poco nel palmo di mano. La problematica dei costi non viene neanche sentita dal caro vita ma viene spinta dalla corrente di ottimismo con la volontà di uscire dal tunnel. La crisi ci ha stimolato. Come direbbero alcuni "quello che non ci uccide ci rende forti". Ma oggi non é questione di forza ma di azioni. Il mondo é su quella soglia, il day-after di un'apocalisse invisibile ma percepibile sia mentalmente che economicamente. Un giorno nuovo dopo tanti. Esempi ce ne sono tanti ma soprattutto uno come la fenice dell'informatica che risorge dai propri insuccessi e ritorna a dettare legge o quasi. Microsoft ha sofferto negli ultimi sei anni o poco più il ritorno di apple nelle mani degli utenti dopo il secolare tracollo del millenium edition. Molti stanno tentando di farsi notare nei prodotti ma solo quelli elettronica tengono e per lo più per il tempo libero. Prodotti come wii di nintendo insegnano che con un buon compromesso ci si può divertire tutti. Nei nuovi giorni dopo l'apocalittico tracollo economico arrivano stimolanti novità come oggetti fulltouch o gesture input method. Una cosa che tutti stiamo attendendo per vedere come questo mondo cambia e cambierà.

sabato 13 febbraio 2010