giovedì 13 agosto 2009

ieri come ieri ma non oggi di certo

quasi a proseguire il discorso iniziato con questione di gusti, che ho scritto poco tempo fa, e proseguito grazi a Oggi il confine tra designer, artista e stylist è molto labile di MyartisticArt



maldonado afferma che dalla nascita dello styling e dello streamline siamo costretti a diventare tutti dei consumatori, per non parlare di diventare da designer che progettano cose complete a designer di oggetti con data di scadenza, la più breve possibile.

mettiamo la apple su tutti!
costringe una massa di persone che può permettersi una cannonata di soldi, perchè un computer a 1000euro modello base non è democratico, a cambiare ogni 8 mesi il proprio pc o peggio cambiare il lettore mp3, rendendo impossibile qualunque integrazione con modelli vecchi.

mi pare che è molto virtuoso un pensiero come quello nokia dove sono ancora valide parti immortali dei cellulari come cuffie e alimentatori.

non mi sembra di fare un discorso del genovese del carugio dietro san lorenzo.

servirebbe pensare un oggetto come tale, come quando alla brionvega uscivano le radio. un oggetto in cui lo stile non era labile il giorno seguente ma era un oggetto di design dove tutto era ergonomicamente corretto ieri come oggi.

oggi si dice spesso della velocità degli eventi e della globalizzazione come parole che aiutino a dare un senso alla caducità delle forme e delle funzioni.

più che di design ormai si dovrebbe parlare di marketing applicato oltre ogni limite al "vendere oggi più di ieri", ormai estremizzato al "vendere ora più di un attimo fa".

in quest'ottica quasi surrealista potremmo dire che il design che abbiamo visto fresco al salone del mobile sia già vecchio e superato, vintage! siamo costretti a effettuare un restyle di tutto per essere al passo.

e la produzione?

ovviamente tutta a farsi friggere dato che ogni 2 settimane cambiamo quegli stampi che mandiamo in cina per ammortizzare questa pazzia.

e il futuro?

beh il futuro è tra un attimo! con questo pensiero il vedere i saloni per decidere le sorti di ogni cosa per programmi che durino 5-6 anni non sono più validi.

oggi andremo a comprare una cosa che sostituiremo col modello nuovo due minuti dopo!

lunedì 10 agosto 2009

questione di gusti?

direi che è problematico capire come vada la forma e l’estetica delle cose ma sono sicuro che oggigiorno ci siano troppe cose che abbiano una sostanza visibile.

tranne per alcuni casi come designer siamo spesso costretti a pensare di dare forma a pensieri che non sono tangibili. il motivo? attirare l’animo. troppo poco come motivo?

ora no mi ci dilungo ma assicuro che non esiste oggetto che attiri solo per il fatto che ci sia.

un esempio su tutti.

la comunicazione.

tutti noi possiamo comunicare con altre persone tramite la voce. quando vogliamo che raggiunga oltre la nostra soglia personale pensiamo che basti il tono maggiore.
ora come ora lasciamo da parte l’evoluzione da urla a radio per raggiungere mete abbastanza lontane.
arriviamo così al dopo telefono fisso, un oggetto che si è imposto come luogo.
ora siamo al tramonto del cellulare, un metodo di comunicare che ci permette di farlo in ogni luogo, ovviamente con il segnale raggiungibile.
leggendola in questo modo la storia della comunicazione dovrebbe terminare e invece no!
ci siamo dimenticati dei filoni non verbali ma scritti.
scripta manent, verba volant!
rapidamente, i segni, la scrittura e la pergamena, non dimenticandoci la scultura e i manoscritti.
il metodo era passato da comunicazioni istantanee a memorie di comunicazione.
in questo modo si è andato a perfezionare il modo per far diventare immortali delle comunicazioni.
la stampa poi ci misi la maggiore diffusione di tutto per tutti.
a un certo punto c’è la svolta: il telegrafo. un oggetto che permetteva di avere per scritto le parole in tempo reale o quasi a lunga distanza.
il passo successivo divenne internet: un metodo per avere testi diffusi più della stampa.
se la storia fosse solo questa sarebbe una noia mortale perchè tutto quello che ne uscirebbe sarebbe solo testo e parlare attraverso una scatola nera.
l’estitca viene a essere sempre cruciale nella comunicazione.
mettiamo nel parlare: una persona per strada che parla a alta voce non stimola l’interesse della gente ma un comizio con alcuni giorni di pubblicità sì, tutto grazie a una migliore presentazione dello stesso argomento.
mettiamo la vittoria del telefono sul telegrafo: tra dover decodificare una serie di simboli e sentire quello che viene scritto, come dire, è tutta un’altra cosa. mettiamoci anche l’installazione del telegrafo e del telefono e ognuno si faccia un’idea per rispondersi.
infine internet: vince spesso il sito che stimoli l’uso grazie al maggior uso di grafica e plugin per una migliore interfaccia e reattività. non è solo questione di ergonomia ma di appeal, tasti accattivanti e affini.
per ultimo il cellulare: il tacs era affascinante per la sua epoca ma oggi chi vorrebbe usare un oggetto ingombrante della motorola? marchi, forme e funzioni, molteplici e inutili molto spesso, queste sono le cose che ci condizionano. altrimenti basta un oggetto che vagamente ricordi la cornetta.

quindi non è questione di gusti ma di spinte multiple di un’evoluzione sfrenata dell’estetica di un consumo condizionato. non è per dire che è male ma solo che non vince la tecnica ma come viene venduta.

il tacs era e può essere ancora usato come telefono, non avrebbe problemi, ma l’iphone con la grande spinta mediatica e con l’effeto wow che ci mette non riesce a fare a meno di far dimenticare il problema primario di comunicare qualcosa verbalmente!

un giorno andrete a comprare qualcosa ma vi dimenticherete a cosa servisse di preciso.

martedì 4 agosto 2009

galleggiare



a volte c'è modo e modo di fare design...in questo caso è una dura lotta per far capire che non è styling