sabato 17 ottobre 2009

Reale come l'immaginazione

Nei miei studi ho visto cose inquietanti che solo pochi possono capire. Nel lavoro ci sono altre cose che lasciano solo dire che possono succedere in italia, dove le leggi ci sono ma per applicarle serve avere dei motivi. É divertente trovare cose preconfezionate nella vita e scoprirne i difetti, come la produzione dei congelati dove a saperlo viene da vomitare o le gelatine di carne che lasciano il dubbio sulla loro origine. Fidarsi é bene, non fidarsi é meglio. Gli anziani ce lo ricordano quando sbagliamo ma anche loro non sono una cima a riguardo. Per riprendere il discorso si riflette su quanto é offerto a noi come utenti. Ci sono difetti clamorosi che noi li conosciamo dopo l'acquisto e ci accontentiamo o speriamo di non averne a che fare più di tanto. Ci sono cose che ci aiutano a migliorare cose che dobbiamo ancora fare, dei profeti di nostre scelte sembra. Sono cose come l'ikea planner che cercano di convincerci nei nostri acquisti. Non ha più tutta quell'enfasi di prima ma in realtà cel'ha sotto un altro aspetto, in altre parole lo stupore divedere su uno schermino le nostre cose digitalizzate. Il vedere o vederci là dove non siamo aiuta e affascina a una maggiore comprensione dopo lo specchio. Come per alice lo attraversa, noi lo osserviamo in diverse forme. Dal classico specchio alla webcam sappiamo che di là ci siamo noi ma non siamo lì, siamo raffigurati in una illusione, possiamo interagire con noi stessi o con qualcosa, possiamo fare ma non sentire di fare. Un problema come questo viene bypassato da oggetti come la wii che con una bacchetta magica ci rendono partecipi del mondo dello specchio. Questo mondo parallelo é ancora finto e non a pelle, rimane distante al grande pubblico. L'immersività del mondo dello specchio nel caso teorico farebbe distogliere dal mondo reale. Molto si é scritto a riguardo ma un dubbio rimane in una direzione a metà. Ma se i due mondi si unissero? Se non esistessero due mondi ma uno solo? Un ibrido fra digitale e reale? Un pensiero inizia a prendere mano: come si ibrida? Beh al giorno d'oggi il cellulare, gli auricolari, i minipc e altre cose simili hanno ancora una fisicità ma fanno riflettere sulle possibilità future. Lenti con schermi sono già possibili, non servono cose come gli ologrammi in questo senso. Pensando così dovrei introdurre una parola che a molti non dice niente ma rende intellegibile questa realtà che vi vado a descrivere: augmented reality. Ammetto che sono due parole ma insieme definiscono un concetto di non virtualità ma di aumento. Non é la vista di superman ma una vista con particolarità che ci possono aiutare. Pensate a dover cercare la direzione per il gate senza dover leggere i cartelli ma soltanto seguendo un filo rosso solo a voi visibile, annullando ogni sorta di comunicazione forviante di altri voli. Questo é un esempio che fa capire la potenza del sistema di questo mondo sincronizzato tra reale e virtuale, un mondo che aiuta a far sopravvivere la persona nel marasma delle comunicazioni come il contadino con i giorni e le ore grazie ai rintocchi del campanile. Una metafora strana ma deve farvi comprendere che la realtà aumentata deve essere quel salto evolutivo nella tecnologia pari alla meridiana per gli antichi, permettendo di materializzare quello che prima era solo teorico con alcuni effetti nel reale. Prima le notizie erano urlate o spifferate poi apparve la scrittura e infine quotidiani e blog. Qualcosa spinge a materializzare tutto ma i mezzi sono sempre i più disparati. Nella progettazione si é passati dal fare nel reale, con disegni e prototipi, dispendio di persone e risorse, a fare nel virtuale, con dispendio nella ricerca e nello studio. Da una parte una tradizione sia limitata che illimitata grazie alla natura umana mentre dall'altra uno strumento illimitato ancora da sfruttare in tutte le sue forme. Nella progettazione ora viene necessario avere un mezzo che non sia la carta o il video ma una terza via come lo era il prototipo ma senza il limite fisico della staticità. La prototipazione rapida aiuta in questo senso ma ha sempre quel limite, nonostante il basso costo del produrre cose. I designer vogliono questa realtà aumentata per poterci immergere le idee come l'artigiano che croma le cose. Questa realtà aumentata sembra ogni volta che ve ne scrivo quell'età dell'oro come la robotica per asimov, una descrizione accurata di cose che non ci sono ancora ma che piano piano arrivano a destinazione. Prima il golem poi il roomba, ecco l'evoluzione dei pensieri allo stato attuale. Ma lo stato dell'arte? Sperimenti chiusi che escono solo in campo ludico, vedi la wii oggi e il progetto nathan di microsoft. La grande diffusione di questa realtà é ancora lungi da essere massiva come la banda minima del cellulare. La speranza c'é. Ognuno sa che oggi é così e domani é di più come la potenza del calcolo e della tecnologia. Oltre l'immaginazione in teoria e oltre quell'immaginazione in pratica.

1 commento:

myArtistic ha detto...

Si percepisce molto l'esigenza che hai nel trovare un mezzo che trasformi il più velocemente possibile l'idea in progetto. La tecnologia si sta evolvendo molto velocemente e sicuramente quello che scrivi è già stato pensato e progettato. Il passo successivo… collegare direttamente la nostra mente alla realtà virtuale? Speriamo di non essere travolti e risucchiati esclusivamente dal virtuale, ma come giustamente suggerisci unire entrambe le realtà per ottenere una realtà aumentata.