mercoledì 10 giugno 2009

non è questione di meritocrazia

dopo avere visto la proposta di legge "parlamento pulito" mi sono ricordato di quanto marcio c'è in giro.

non direi che si tratti di vero marcio, della mafia e dei vecchi, parlerei di anzianità di forma e sostanza. la questione in altre parole verte sul fatto che è sempre funzionato e perchè cambiarlo costa.

l'idea di portare rispetto a chi ogni giorno studia, o chi termina lo studio o chi finisce lo studio per riprenderlo, sia doveroso.

da una parte serve a chi studia essere cosciente di voler imparare e accrescere una cultura latente o molto spinta. un esempio sono coloro molto portati per certi studi che non fanno altro che perfezionarsi. un modo per dire che la cultura passa indenne anzi migliorata. un'idea molto darwiniana e ottimistica in questo senso.

dall'altra è necessaria a chi quella scintilla non cel'ha ma ha della cenere da cui nascere, perchè ha scelto di voler iniziare. allo stato attuale chi è iscritto all'università lo fa solo per studiare e non più per scappare dalla leva come 5 annni fa. il risultato ideale sarebbe che molti nonostante il blocco iniziale riescano a studiare, apprendendo aprendo la propria testa al nuovo.

la realtà è molto dura in certi casi quando si va a tastare la questione.

potrei essere giudicato razzista o molto bastardo, per dire qualche eufemismo: c'è gente che nonostante tutto riesce a non rientra nella visione a rose e fiori.

non c'è motivo di trovarli. dovrebbero essere in grado di giudicarsi e di rendersi conto dei limiti o della perdita di tempo. dovrebbero capire che il tempo dei licei e delle medie non esiste più nel tempo universitario.

una volta concepito questa idea di vivere lo studio bisogna quindi riflettere sul cosa accede.

chi finisce di studiare o cerca di prendere nuovi livelli a riguardo si trova come abbandonato nella strada.

che fa lo stato per poter far capire che ha dei meriti a parte donargli una pergamena con scritto il voto? perchè ritorna a casa o va a fare dei lavori limitanti per il proprio titolo di studio?

un delirio per capire se essere bravi serve ancora a qualcosa.

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